Volevo sapere se il settore alimentare, notoriamente difensivo, è un ambito su cui investire in questo momento. I prezzi di grano e mais stanno salendo però tantissimo e vorrei capire se è ancora conveniente. Inoltre è meglio utilizzare degli Etf o comprare azioni di aziende esposte su questo settore.
Risponde Francesco Messina, consulente finanziario fee-only associato a Nafop
Le materie prime agricole hanno avuto una prima fase di rialzo già nella seconda metà dello scorso anno a causa della siccità in Nord America e delle forti piogge in Cina che hanno avuto un impatto negativo sull’offerta. A ciò si è aggiunto il conflitto Russia-Ucraina che ha determinato una pausa nell’esportazione di cereali di cui entrambi i paesi sono grossi esportatori. Collegato a questo, l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e la conseguente riduzione del loro utilizzo, potrebbe cause in futuro una produzione agricola più bassa.
Vi sono ragioni strutturali che depongono a favore di un ciclo duraturo di rialzo dei prezzi delle materie prime agricole (maggiore domanda da parte dei consumatori in Asia e cambiamenti climatici che impattano sull’offerta) ma nel breve il movimento al rialzo dei prezzi è stato molto violento e non si possono escludere dei ritracciamenti; visto il recente andamento, nel breve, non consiglio l’investimento diretto sulle materie prime agricole.
Passando alle aziende, come osservato dal lettore, le società che operano nel settore alimentare hanno caratteristiche difensive derivanti dalla bassa ciclicità della domanda dei prodotti che offrono. In un contesto volatile ed incerto, come quello che ha caratterizzato i mercati in questa prima parte dell’anno, il settore è tra quelli che ha meglio performato.
Guardando tuttavia alle valutazioni a livello globale il settore al momento tratta ad un P/E (prezzo/utili) di circa 22x sugli utili attesi per il 2022 rispetto all’indice Msci World, che invece tratta ad un P/E sul 2022 di 17x circa. Il premio valutativo del settore deriva dalla maggiore resistenza degli utili delle aziende alimentari rispetto ad un ciclo economico in peggioramento. Riguardo all’opportunità di investire nelle aziende del settore alimentare, in linea generale il consiglio è di riservare agli investimenti settoriali e tematici una porzione molto marginale del proprio portafoglio. Venendo al caso specifico, l’analisi dei multipli sembra suggerire che il settore al momento incorpori un premio valutativo rispetto al mercato; il movimento di borsa sui titoli difensivi è già partito da tempo e un investimento in questa fase, considerata la performance decisamente positiva del comparto rispetto agli indici, espone l’investitore al rischio che, per qualsiasi ragione al momento non prevedibile, la tendenza in atto (ricerca di settori difensivi) si possa improvvisamente invertire.
Esiste infine il rischio che, a causa dei cambiamenti climatici in atto, le aziende del settore possano subire la concorrenza di aziende più rapide nell’adottare modelli di produzione più sostenibile.
Vale la pena essere Esg? Vale la pena investire sui titoli sostenibili, e in particolare sul settore delle rinnovabili? Oppure la guerra in Ucraina frenerà questi settori e in generale il trend della sostenibilità in Borsa?
Risponde Andrea Zanella, consulente finanziario fee-only associato a Nafop
La sostenibilità è diventato da un paio d’anni a questa parte un tema di gran voga in finanza. L’investire nelle aziende che hanno a cuore l’ambiente, i propri dipendenti e tutti coloro che per un motivo o per l’altro vengono in contatti con l’impresa è, a mio parere, un dovere morale di tutti noi. Indipendentemente dalle mode.
Premesso questo, la moda ha creato una sorta di profezia che si autoavvera: se tutti investono solo sulle società sostenibili è logico che quello dichiarate non sostenibili quotino a sconto, ma spesso sono società che producono redditi importanti; i casinò continuano a prosperare, meglio ancora i produttori di armi e pure le società nei settori dell’energia “sporca”. Questo significa che, probabilmente, si entrerà in un ciclo nel quale queste aziende offriranno opportunità più interessanti in termini di crescita borsistica e questo attirerà i risparmiatori (meglio ancora gli investitori istituzionali) più cinici. Quindi, con tutta probabilità, gli indici che comprendono tutte le società (sostenibili e non) per un certo periodo potranno performare meglio degli indici Esg.
Nonostante ciò ritengo che, come ho scritto sopra, sia un nostro dovere morale privilegiare le aziende sostenibili, indipendentemente dallo scenario. Il settore delle energie alternative sono certo che darà soddisfazione anche se probabilmente in tempi medio lunghi. Questo anche a causa della guerra in corso che rende più competitive le alternative a carbone, gas e petrolio.
Sono un ragazzo di 30 anni che è riuscito a risparmiare poco più di 20.000 euro in qualche anno di lavoro. Vista la situazione attuale (inflazione cavalcante e instabilità geopolitica), mi domandavo quale fosse la strategia più saggia d’investimento per me. Non sono intenzionato a grandi ritorni nel breve termine, bensì a mantenere il mio potere d’acquisto nel tempo nonostante l’inflazione.
Risponde Renato Viero, consulente finanziario fee-only associato a Nafop
Viste le dimensioni del portafoglio e la giovane età dell’ investitore è imperativo focalizzarsi su tre aspetti: il contenimento dei costi di gestione, la massima efficienza in pochi prodotti (per contenere i costi di transazione) e l’orientamento di lungo periodo già peraltro espresso come desiderio. Il modo migliore per avere bassi costi di gestione e massima efficienza su pochi prodotti è quello di utilizzare degli Etf caratterizzati da alta liquidità. Supponendo che il profilo di rischio del cliente lo permetta vista la giovane età e l’orizzonte di lungo periodo, sarà importante mantenere un’alta quota di azionario. Ciò garantirà una performance in linea con la crescita dei mercati azionari globali (attraverso uno o più ETtf) che nel lungo periodo sono i migliori asset per allinearsi alla crescita economica e inflattiva globale. A corredo eventuale del portafoglio e come fattore stabilizzante delle performance possono essere previste delle componenti in obbligazionario, oro e commodities sempre utilizzando gli Etf come strumenti per l’esposizione.