Chi è il consulente indipendente? In cosa si distingue dal consulente che lavora per le reti o le banche e quali sono i vantaggi per il cliente?
Intervista a Luca Mainò (membro del Direttivo Nafop e co-fondatore Consultique) sul sito di We-Wealth.
Consulente indipendente, definizione
Può essere una persona fisica, quindi un professionista oppure una società (Srl, Spa).
Presta il servizio di consulenza in materia di investimenti senza detenere fondi o titoli appartenenti ai clienti.
Quindi senza entrare direttamente in contatto con i risparmi, ma lasciando al cliente stesso il compito di eseguire le operazioni, presso la propria banca o presso un altro intermediario.
Si tratta di un’attività che spazia dall’analisi e ricerca in materia di investimenti, fino alle raccomandazioni personalizzate su strumenti finanziari.
Il CFI è una figura presente nei Paesi finanziariamente più evoluti (in particolare USA, UK, Australia) e solo adesso a partire dal 1 dicembre, sarà operativo in Italia il nuovo Albo che li ospita in due nuove sezioni appositamente predisposte (quella per i consulenti e quella per le società).
Questo avviene con un ritardo di oltre 10 anni rispetto alla prima direttiva europea, ritardo che non ha consentito ai risparmiatori italiani di beneficiare di questo servizio per una efficiente e corretta gestione del proprio patrimonio.
Finalmente grazie anche a Mifid2 anche nel nostro Paese si potrà sviluppare la consulenza indipendente prestata da soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari.
In cosa si differenzia il lavoro del consulente indipendente da quello legato a reti o banche?
I CFI e le SCF lavorano solo per i propri clienti che possono essere privati, famiglie, aziende o investitori istituzionali.
Non hanno rapporti con banche o altri intermediari. Come ad esempio per un commercialista o un avvocato, il compenso dei consulenti indipendenti è concordato direttamente con il cliente in relazione al tempo necessario per poterlo assistere ed anche in funzione della complessità degli interventi.
I CFI e le SCF non devono mediare tra l’interesse dei propri clienti e quello di altri soggetti.
Come spiegare il conflitto di interesse in finanza? La vendita di un prodotto implica il trasferimento al cliente di rischi e commissioni: più alto è il livello di rischio trasferito, maggiori sono le provvigioni che vengono incassate da chi ha creato e da chi ha collocato il prodotto. Essendo remunerati solo ed esclusivamente dal cliente con una parcella concordata ex-ante e in genere “fissa” questo problema viene eliminato alla radice.
La consulenza indipendente può spaziare su tutti gli strumenti finanziari disponibili sul mercato.
Quali sono i vantaggi per il cliente che decide di scegliere un consulente indipendente?
Anzitutto trasparenza e allineamento dei propri interessi con quelli del consulente.
Il Consulente Indipendente effettua un’analisi della solidità della banca depositaria del cliente e procede eventualmente alla rinegoziazione delle condizioni economiche a lui applicate. Procede poi alla valutazione dei gestori ai quali l’investitore ha affidato il proprio patrimonio e all’analisi degli strumenti e dei prodotti presenti nel portafoglio del cliente stesso. Valuta l’asset allocation in termini di rischi e capacità di raggiungere gli obiettivi concordati e procede con le raccomandazioni personalizzate su strumenti finanziari efficienti, attivi e passivi, scelti con i criteri e le metodologie specifiche dell’analisi e ricerca indipendenti. Uno dei vantaggi principali è anche la piena consapevolezza da parte del cliente dei rischi esistenti nella gestione dei propri averi e il pieno coinvolgimento in tutti gli step del processo di pianificazione patrimoniale.