Più controllo sul processo se la consulenza è in conflitto di interessi, più controllo sul risultato se è indipendente. Insomma, dice Nafop, più fiducia se la consulenza è indipendente.
Le principali richieste di Nafop a Esma, prosegue la nota, “vanno innanzitutto nella direzione di richiedere un maggiore e più definito risalto per il principio che, se la consulenza è prestata su un articolato portafoglio di investimenti, la valutazione di adeguatezza deve riguardare il portafoglio nel complesso. Le stesse prescrizioni della ‘product governance’ non devono divenire un limite all’utilizzo di una ampia varietà di strumenti se i pesi percentuali e le correlazioni sono utilizzate in modo corretto”.
In secondo luogo, Nafop ha voluto chiedere al regolatore “una specifica considerazione della diversità della consulenza prestata su base indipendente e tanto più della consulenza prestata da soggetti totalmente indipendenti. Infatti dove il conflitto di interessi è rimosso, la corretta valutazione di adeguatezza è interesse non solo del cliente ma anche del consulente. In questo caso deve essere dato un maggiore spazio alla naturale fiducia del cliente nel consulente che ha scelto e specificamente remunera. Il consulente indipendente deve avere maggiore libertà sia nel valutare le informazioni realmente utili al cliente, sia nella scelta metodologica”.